Diocesi di Roma: Giovanni, patrono degli umili
Su esempio di San Giovanni, la cui memoria si celebra proprio a pochi giorni dal solstizio di estate, momento a partire dal quale le ore di luce cominciano gradualmente a diminuire, «dobbiamo accorciarci perché il sole, che sorge dall’alto, deve crescere». È l’invito del cardinale vicario, Angelo De Donatis, alla Diocesi di Roma, riunita oggi in cattedrale per la preghiera dei Primi Vespri della solennità della Natività di San Giovanni Battista.
«Giovanni – ha precisato – è il patrono degli umili, di coloro che preparano la strada a qualcun altro in un mondo in cui tutti sono tentare di dire: “Io, io, io”. Al contrario «Giovanni dice: “Io non sono, io non sono il Messia, io non sono degno di sciogliere i sandali”. Non io, ma Dio, ripeteva ancora il giovane
Carlo Acutis».
Diocesi di Roma: diminuire per far crescere Dio
«Giovanni – queste ancora le parole del cardinale vicario – ci aiuta preparare la strada a Gesù e a pensare che lavoriamo non solo per l’oggi ma anche per chi verrà dopo di noi.
Penso ai giovani di Roma che andranno a Lisbona per la
Giornata mondiale della Gioventù e ai tanti ragazzi e bambini coinvolti in questi giorni nei centri estivi. Anche questo è segno di vitalità che
invita la nostra Chiesa a guardare in avanti, a diminuire per far crescere Dio.
Allora – questo il messaggio per la Diocesi di Roma – prepariamoci a un anno di discernimento che ci aiuti a fare sempre più spazio all’opera dello Spirito, che strappandoci dal nostro io ci renda più noi».
Diocesi di Roma: le linee per il nuovo anno pastorale
Con l’occasione, il cardinale De Donatis ha presentato una bozza delle linee guida dell’anno pastorale che attende. Dopo la fase narrativa, fatta di ascolto della Parola di Dio e di noi, durata 4 anni, «stiamo entrando – ha detto – nella fase sapienziale», fatta di «coraggioso discernimento comunitario» in cui è necessario «rafforzare la preghiera» e guardare con «occhi nuovi», così come accade per i discepoli di Emmaus.
E ancora sì all’apertura, no alla mentalità elitaria. «Ogni lontano e sconosciuto – ha messo in evidenza il cardinale vicario – può essere la finestra da cui entra la luce. E così può succedere che un viandante inatteso ci ponga le domande giuste. La Chiesa cammina con tutti, ogni uomo può essere il Signore risorto che si avvicina». Non perdere poi di vista, questa la terza indicazione, che la «Pasqua di Gesù è la chiave».
Comunione, partecipazione e missione, parole chiave del Sinodo, saranno i punti su cui lavorerà ancora il prossimo anno cercando di «custodire il primato dello Spirito Santo in tutto quello che faremo».