Sinodo: la preghiera e l’ascolto. De Donatis, “Un cammino dall’alto all’altro”
Scritto da Valeria De Simone il 10/01/2022
Sinodo: Diocesi di Roma, il mandato di preghiera
«Mi piace pensare che stasera nella nostra Basilica ci sia tutto il popolo di Roma e che Gesù si confonda in mezzo a noi, che preghi con noi e per noi». Sono le parole del cardinale vicario, Angelo De Donatis, che ieri sera, a San Giovanni in Laterano, ha consegnato il mandato di preghiera per il Sinodo alle realtà ecclesiali della Diocesi di Roma.
Lo ha fatto ripercorrendo il Battesimo di Gesù nel Vangelo di Luca, «quello della misericordia, dell’attenzione ai poveri, della gioia, ma anche quello della preghiera e del cammino». È una seconda Epifania, ha spiegato il cardinale vicario, «Gesù si rivela al Giordano, dove accorrevano numerose persone per essere battezzate da Giovanni, un popolo immagine dell’umanità che ha sete delle parole vere, forti, che ricerca l’essenzialità.
Gesù non ha bisogno di essere purificato nell’acqua, eppure si mette in fila, si confonde con i peccatori. Il Dio incarnato non può disincarnarsi ma entra fino in fondo nell’essere uomo. Discende, si abbassa».
Sinodo: dall’alto all’altro
Da qui l’importanza della preghiera, perno attorno cui ruota il Sinodo. «Ogni volta che preghiamo il cielo si apre sopra di noi, quando ci chiudiamo nell’assoluto del nostro io tutto soffoca, si spegne, muore. Oggi siamo qui perché crediamo che il cammino sinodale non può andare avanti se non si parte continuamente dalla preghiera, dal respiro.
Abbiamo bisogno di rivolgerci a Dio, di ascoltarlo, per poi essere pronti ad ascoltare il prossimo.
Il cammino insieme verso l’altro non può procedere se non si parte dell’alto. Solo attraverso la preghiera si può percepire la voce sottile dello Spirito Santo che ci suggerisce quali percorsi seguire, quali scelte fare per il bene della Chiesa di Roma e per la città.
La preghiera, così come sottolineato da Papa Francesco nell’esortazione apostolica “Christus vivit”, «è una sfida e un’avventura. E che avventura».
«La preghiera apre il cielo – ha ancora ribadito il Santo Padre durante l’Angelus di ieri – dà ossigeno alla vita, dà respiro anche in mezzo agli affanni e fa vedere le cose in modo più ampio. Soprattutto, ci permette di fare la stessa esperienza di Gesù al Giordano: ci fa sentire figli amati dal Padre. Anche a noi, quando preghiamo, il Padre dice, come a Gesù nel Vangelo: “Tu sei mio figlio, l’amato”».
«Ogni giornata – questo dunque l’augurio del cardinale vicario – possa iniziare con questa parola: tu sei l’amato. La vostra preghiera possa raggiungere il cuore della gente di Roma».
Sinodo: le dieci “A”
A conclusione dell’incontro sul Sinodo De Donatis ha inoltre consegnato alla Diocesi di Roma ”le dieci A” del cardinale vietnamita Francesco Saverio Nguyên Van Thuân, prigioniero per 14 anni.
«Cinque riguardano il fuoco interiore: ascoltare, adorare, amare, accettare, abbandonarsi». Con queste, ha precisato il cardinale vicario, «si può vivere al meglio l’impegno interiore. Poi ci sono le altre cinque, per l’impegno esteriore: agire, animare, appassionarsi, avventurarsi, allietarsi.
Con queste dieci “A”, la cui prima è sempre ascoltare, vi invito a mettervi in ascolto di Dio, a pregare quotidianamente per il cammino sinodale, a intercedere, ad aiutare tutta la comunità diocesana a rivolgersi a Dio chiedendo a Lui e allo Spirito Santo che possa guidarci in questo momento».