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Cantate Inni con Arte: i vincitori della settima edizione

Scritto da il 28/10/2024

Cantate Inni con Arte: la Chiesa che cammina insieme

A due mesi dal Giubileo, anche i cori si fanno pellegrini di speranza. Quella «gioiosa e contagiosa» del canto e della musica, come messo in evidenza dal vescovo del settore Est della Diocesi di Roma, monsignor Paolo Ricciardi, che sabato scorso ha travolto la parrocchia di San Gaspare del Bufalo, a Roma, in occasione della finale della settima edizione di “Cantate Inni con  Arte”, il Festival di musica liturgica, dedicato ai cori della Diocesi di Roma e di quelle suburbicarie, organizzato dall’Ufficio per la Pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport e quello liturgico del Vicariato di Roma, in collaborazione con Radiopiù Roma.

Aperta da “Ubi Caritas” di  Ola Gjeilo, eseguito Decima Quinta, coro della parrocchia diretto dal maestro Claudio Silvestri, ha regalato ai presenti (oltre 600 tra coristi e pubblico) e a coloro che hanno seguito la diretta da casa, «un’ immagine di Chiesa – queste le parole del parroco don Domenico D’Alia –  che cammina insieme e crede in se stessa».

Cantate Inni con Arte: i vincitori della settima edizione

cantate inni con arte 2024, daniele esposito

Monisgnor Marco Frisina premia Daniele Esposito, direttore del coro Exsultet (INEDITI)

Tre i cori i vincitori. Per la pertinenza liturgica e la qualità del brano inedito la giuria, presieduta da monsignor Marco Frisina, direttore del coro della Diocesi di Roma e composta da Luigi Ferrante, presidente FEDECORI Lazio, Francesco d’Alfonso, dell’Ufficio per la pastorale universitaria della Diocesi di Roma, Alessia Galli, direttore del coro Vergine del Miracolo e Claudio Silvestri, direttore del coro Decima Quinta, ha premiato il Coro Exsultet con il canto per l’offertorio Veniamo a te scritto e musicato dal maestro Daniele Esposito.

cantate inni con arte 2024, viviana loriga

Monsignor Marco Frisina premia Vivia Loriga, direttrice del coro San Giovanni Battista (EDITI)

 

Per la qualità dell’esecuzione e la difficoltà del brano, invece, conquista il primo posto nella sezione “Editi” il Coro San Giovanni Battista di Ladispoli (Diocesi Porto Santa Rufina), diretto da Viviana Loriga,  con il brano Cantate Domino. 

Per “l’impeto” e il percorso fatto in questi anni (il coro ha partecipato per tre anni consecutivi al Festival, che ogni volta è servito da stimolo per migliorarsi) trionfa nella categoria “Animazione della preghiera” Ci sia gioia della parrocchia San Bernardo da Chiaravalle, diretto da Laura Viglino, con il brano Shemà Israel.

cantate inni con arte 2024, laura viglino

Monsignor Marco Frisina premia Laura Viglino, direttrice del coro Ci sia Gioia (ANIMAZIONE PREGHIERA)

Menzione speciale, a sorpresa, proprio per la speranza trasmessa, al Coro della scuola paritaria Madre Teresa Quaranta. Novanta piccolissimi (tra i 6 e i 10 anni) hanno cantato Sei il mio Gesù, scritto e musicato dal direttore Stefano Manenti il quale ha precisato «come il canto agevoli l’apertura di questi nostri figli a scoprire se stessi e a cercare di capire che possono contare sulle proprie forze: l’arte è la forma che Dio ci dà per esprimerci e per crescere».

 

Cantate Inni con Arte: dal Sinodo al Giubileo

cantate inni con arte 2024, stefano manenti

Monsignor Marco Frisina premia Stefano Manenti, direttore del coro scolastico Madre Teresa Quaranta. (MENZIONE SPECIALE – INEDITI)

Questo trionfo di voci ed età diverse (tantissimi, nei cori, i ragazzi e i bambini), come ricordato dal maestro Silvestri, e ancora l’incontro di parrocchie e diocesi differenti ha offerto, secondo monsignor Frisina, un’immagine concreta di Sinodo. «Il Sinodo è questo. Camminare insieme nella diversità. Essere comunità di comunità. Famiglie di famiglie. Ogni coro è un po’ una famiglia. Il coro è lì dove si cresce cantando, nell’esperienza musicale liturgica ma anche in quella spirituale in sé».

La musica, poi, ha il potere «di creare un varco nel cuore per far arrivare le parole» ha ancora sottolineato don Marco Ridolfo, vicedirettore dell’Ufficio liturgico del Vicariato di Roma, nel suo intervento a conclusione del Festival. «Se togliamo la musica alla liturgia, togliamo la possibilità di far sì che certe parole e certi momenti possano “trafiggere” il cuore. Il canto liturgico coinvolge non solo voce, mente e cuore ma tutto il corpo. Un coro che prega è un coro che fa pregare, un coro che vive è un coro che fa vivere. L’esperienza del coro è un’esperienza di cammino». Un’esperienza giubilare.

 


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